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I treni oggi

L’Italia viaggia su treni a due velocità

I nostri pendolari sono i più bistrattati del continente. Troppo scadente la tecnologia presente sui vagoni che passano per i medio-piccoli centri. E con il freddo e il gelo il problema è ancora più evidente. Intanto si investe su alta velocità e grandi opere.Il trasporto su rotaia è stata la prima forma di trasporto di massa e, fino allo sviluppo dell’automobile agli inizi del XX secolo, ha ricoperto una posizione di monopolio nel settore del trasporto di massa.

Con treno ad alta velocità (o treno AV) si intende un convoglio passeggeri in grado di muoversi a velocità particolarmente elevate (con medie di oltre 200 km/h) su linee ferroviarie adatte allo scopo. Il primo treno ad alta velocità secondo la vecchia definizione fu l’italiano ETR 200 del 1936 che, il 20 luglio 1939, coprì il tragitto Firenze-Milano ad una media di 165 km/h con una punta di 203 km/h. Formato da materiale automotore – quindi non da composizioni classiche del tipo motrice più carrozze – inaugurò l’era dei collegamenti rapidi intercittadini.

Pioniere nei treni ad alta velocità fu il Giappone che mise in servizio commerciale regolare la linea veloce Tokaido Shinkansen nel 1964.

Seguì, a metà degli anni settanta, l’Italia la quale, con la costruzione della Direttissima Firenze-Roma, aprì la strada nel campo delle linee veloci, in particolare europee. Oltre a permettere velocità di 250 km/h, l’originalità di questa opera stava nel collegare direttamente due grandi centri senza stazioni intermedie ma comunque con la possibilità di “entrare” ed “uscire” lungo il tragitto mediante apposite “interconnessioni” alle linee preesistenti, potendo così servire eventualmente anche centri minori ovvero dirottare un treno in difficoltà senza causare “ingorghi”: una sorta di “autostrada ferroviaria”. Motivazioni politiche e tecniche ritardarono il completamento della linea al 1992.

Nel corso del tempo è cambiata la definizione di alta velocità (AV): fino agli anni settanta il raggiungimento dei 180-200 km/h era considerato “alta velocità” e questo portava a definire tali anche gli ETR 250, ETR 300 e le ALe 601 (nelle versioni normali e “AV”, atte ai 200 km/h), per i quali si era coniata la definizione commerciale di Super-rapidi.

Secondo le più recenti “Specifiche tecniche di interoperabilità” emanate dalla “Commissione Europea” viene indicato il limite minimo a 250 km/h, perché si parli di AV, anche se in numerosi paesi del mondo valgono ancora valori inferiori.

Negli Stati Uniti, ad esempio, si considerano come alta velocità i 200 km/h, pertanto l’unico treno AV americano, l’Acela Express non sarebbe tale secondo gli standard europei (ma sono in progetto alcune linee da 300 km/h sulla costa occidentale).

Alcune realizzazioni più recenti si basano sulla levitazione magnetica per mantenere il treno sollevato dalla rotaia e quindi eliminare l’attrito. Attualmente l’unica tratta commerciale basata su tale tecnologia si trova in Cina, mentre in Germania già da tempo esiste un progetto denominato Transrapid (da cui deriva il mezzo cinese).

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